mercoledì 21 agosto 2013

Silenziosamente

Guardjamo oltre

Ascolto: Sound of Silence

Mi piace leggere Baricco. Mi casca dentro.

Leggo: “Scrivere è una forma sofisticata di silenzio.”

Che vorrà mai dire? La mente vaga...

In effetti la scrittura non ha voce, anche se le parole ti entrano dentro e volteggiano e la testa funge da cassa di risonanza. Che voce senti ora, mentre leggi? La mia o la tua? Sarebbe curioso immaginarti indossare la mia...

“Scrivere è una forma sofistificata di silenzio.” E il silenzio allora cos’è? Una forma sofisticata di non scrittura della mente?!

A volte capita anche a me. Che le parole mi si fermino dentro la bocca.

Le mastico, cerco di sputarle ma restano lì. Incastrate. Incantate. Quasi a volersi nascondere. Quasi non avessero il coraggio di volare nella direzione del suono, spinte dal vento. Quasi come se restando dentro conservassero il loro essere preziose. Quasi come se l’incantesimo si rompesse con la semplice emissione del suono.

“Ti guardo. Mi guardi. Quasi come due cose che si toccano. Di uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente.”

È in quei momenti di sguardi silenti che ti lascio entrare. Occhi negli occhi. Senza barriere. Senza alcuna espressione. Con gli occhi nudi. 
Come la superficie di uno specchio d’acqua, profonda. Come un cielo stellato, oltre Le nuvole. Come un calzone farcito, dentro:)

E i nostri occhi restano immobili. E tu non chiedi permesso. E io non ti invito ad entrarvi. Le finestre sono semplicemente spalancate. E creano ponti immaginari che attraversano i tuoi occhi. Che attraversano i miei. In un hula hoop di emozioni immobili. Azzurre. Rosse. VerdE.

A volte capita anche a me. Che le parole mi si fermino dentro la bocca. 

Ma oggi no. Oggi hanno un colore. Una forma. Un suono.