mercoledì 26 ottobre 2011

SaltJamo il Tempo

SaltJamo il Tempo
Il Saltatempo, di Stefano Benni

26 ottobre 2011 (un mese dopo)

SaltJamo il tempo

“...Ora ti spieghero’ una cosa fondamentale. Questo – dice – e’ un orologio per il mondo di fuori.
E tira fuori una cipolla meravigliosa, di acciaio bruito con un disegno di stelle e pesci. Lo apre e dentro c’e’ un carillon, dodici ballerine che girano e quando ti passano davanti si inchinano e in mezzo uno gnomo che batte i secondi su un’incudine.
E’ meraviglioso – dico io.
Il diavolo ne ha di piu’ belli, con le lancette incandescenti e il cucu’ che ti becca gli occhi. Ma anche questo non e’ male. Questo e’ l'orologio che segna il tuo giorno cosiddetto normale: quello del far tardi a scuola, dell’alzarsi presto, delle ore che non passano mai, dei calendari, del lei guarira’ in dieci giorni, del lei morira’ tra sei mesi, dei moti stellari, delle mare e delle partite di calcio. Ma attenzione!
Il signor Dio ingoia l’orologio in un boccone.
 Niente paura – dice – l’ho ingoiato, e’ sparito, ma il tempo non si e’ fermato. Vedi, la gazza non e’ ferma in volo, le gocce cadono, e tu invecchi. Ora ascolta.
E io ascoltai il ticchettio delle gocce che cadevano dal nocciolo.
 Ecco, questo e’ il rumore dell’orologio dentro. Questo misura un tempo che non va dritto, ma avanti e indietro, fa curve e tornanti, si arrotola, inventa, rimette in scena. E’ un tempo che non puoi misurare ne’ coi cronometri ne’ col piu’ sofisticato astromacchinario. E’ il tempo tuo, misura la tua vita che e’ unica, e quindi e’ diverso dal mio e da quello di Gabriele, il mio emerito cane.
Il Cane si inchino’ e vidi che aveva un orologio alla zampa.
 Non ti spaventare, ma tu vivrai sempre con due orologi, uno fuori e uno dentro. Quello fuori ti sara’ utile per non fare tardi a scuola, quando aspetti la corriera e il giorno che muori, per calcolare quanto hai vissuto. L’altro, che comprende centosettantasei tempi protologici, novanta escatologici e trentasei tempi romanzati caotici, l’hai ingoiato da piccolo, anche se non ricordi. Chiamalo pure secondo orologio, anzi orobilogio. Ogni volta che sentirai il suo ticchettio, il gocciolare dell’acqua, le crome di un grillo, qualsiasi ritmo e balbettio del mondo, potra’ succedere che l’orobilogio parta, non potrai fermarlo, e tu correrai avanti o scapperai indietro e vedrai cose e altre ne rivedrai.
 E come e’ fatto un orobilogio?...”

Salvador Dali'


E’ il tempo della vita, delle emozioni, dei flash che rimangono impressi nella nostra memoria. Un album di fotografie, di suoni e di odori. Voci, sensazioni, carezze. E’ il tempo dilatato che puo’ sembrare infinito o non passare mai. Io  non lo porto l’orologio, e tu?
Il sole segna esattamente l’ora e il quadrante e’ il cielo. Se ci sono le nuvole, poi, ci vuole solo un po’ di fantasia J

venerdì 14 ottobre 2011

SognJamo

Venerdi 14 (il mio numero preferito) ottobre 2011

"E se un sogno ha così tanti ostacoli, significa che è quello giusto" o significa che non lo e'?

Destino o libero arbitrio? Istinto o razionalita'? 

ParlJamone

CI si puo' "addomesticare" all'amore? Le Petit Prince insegna...

mercoledì 5 ottobre 2011

Ci provJamo o rinunCIamo?

AAA Cercasi MurAmore di una vita.
Martedi 4 ottobre 2011 ore 01:09

I tre porcellini insegnano!
Ci sono uomini che costruiscono castelli di paglia per far sognare principesse che poi si ritrovano senza tetto con una folata di vento.
Poi ci sono gli uomini fuffa, che pensano che quattro assi e qualche chiodo costituiscano un riparo sicuro al loro rapporto.
E pooooi ci sono i RARI, ah loro costruiscono mattone dopo mattone. Non hanno fretta ma hanno ben chiaro l’obiettivo. Solitamente sono pure un po’ noiosi.
Io sono per l’affinita’ cerebrale, per l’unione di anime che riescono a cullarsi con uno sguardo, per la complicita’ dei sentimenti e credo fermamente nella costruzione. Ecco forse cio’ che manca: dei porcellini con l’attitudine a costruire.
Il problema e’ che, anche se si dovesse incontrare un porcellino che ha le sembianze di un muratore, come lo si distinguerebbe dal porcellino di una vita?
Ci sono dei segnali per caso?
E P R I M A c’è l’innamoramento (come quando la macchina che sopraggiunge dalla corsia opposta si dimentica di togliere gli abbaglianti) dettato per la maggior parte dei casi dal gusto degli occhi, dalla chimica.
E P O I c’è la vaga consapevolezza che forse, ma dico forse (perche’ il diavolo innamoramento si insinua ancora) la persona che sembrava tanto giusta, qualcosina di incompatibile con noi ce l'ha.
E I N F I N E c’e’ la scoperta dei difetti e delle mancanze e scorre lento nella mente, per poi girare intorno al cuore e poi tornare su, nel luogo della razionalità, s t r i s c i a n d o c o m e un serpenteee il pensiero: e mò come glielo dico?

E P o i A V A N T I il prossimo...e la domanda rimane la stessa: "ci ProvJamo? O rinunCIamo? Mah." (E chi dice mah...)